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La serena inquietudine del territorio - Esposizione a San Donà di Piave



“La serena inquietudine del territorio”

Ricognizioni sul paesaggio veneto
San Donà 6/21 novembre 2021
A cura di Giovanni Cecchinato ed Alessandro Angeli
Organizzazione a cura di Culturaincorso e dell'Amministrazione della Città di San Donà di Piave (VE).

“La serena inquietudine del territorio” è un gruppo di fotografi, scrittori, architetti, giornalisti, critici, editori, che si propone di ricercare fotograficamente le “serene inquietudini “ del territorio veneto, tramite un laboratorio virtuale che si trova su FB. L’obiettivo di queste analisi non è polemico o retorico, tanto quanto spunto per una più ampia riflessione sulle evoluzioni dei luoghi che viviamo e tenta di indurre a dei ragionamenti costruttivi in questa regione che sta attuando una veloce metamorfosi da un attitudine rurale e contadina ad una più industrial/commerciale purtroppo non sempre pianificata e a volte vittima di speculazioni.
Ed anche se tale obiettivo di gruppo non dovesse essere raggiunto, noi pensiamo che i lavori eseguiti, potranno essere di documento e di ricordo per momenti futuri.

In questa esposizione, anticipatrice del numero 1 della rivista (e modificata come intenti del progetto iniziato con il numero pilota 0) i lavori proposti non sono più solo attenti al paesaggio modificato dall’uomo ma vi si inserisce l’analisi antropologica stessa, o del paesaggio sociale, come nuovo metodo di racconto.
Una diversificazione ed una ricerca che ci permette di raggruppare stili e tecniche diverse in un unico contesto, permettendo di valorizzare l’obiettivo di questo gruppo che segue i pensieri tradizionali delle scuole di riferimento nell’indagine dei paesaggi, ma accetta e supporta nuove forme di visione più consone ai tempi che viviamo.



La serena inquietudine del territorio - San Donà di Piave - Inaugurazione del 6 novembre 2021
F. Morassutto, M. Fogarolo, A. Angeli, G. Cecchinato, F. Finotto, Ass. Chiara Polita, G. Rado, G. Meneghetti, C. Chiapponi, P. Montagner, E. Bozzi


Una veloce sinossi dei progetti che sono stati esposti anticipatori del LSIDT #01

Giancarlo Rado
con “Centro Sociale Django” ci illustra un progetto sviluppato in un tempo molto ampio. Un esempio di un riutilizzo virtuoso di luoghi abbandonati all’interno della città di Treviso. Come vengono re-inventati e come sono ri-abitati.

Sara Pellizzer
Con “Gente di Fiume” tende a comprendere se esiste e quale è la relazione tra le persone che vivono o trascorrono parte del loro tempo lungo le rive del fiume e il ruolo contemporaneo che invece, ad oggi, svolge il Piave, un ruolo fortemente diversificato dai tempi della guerra, forse scomparso e che a causa delle problematiche relative alla sua salvaguardia, lo portano ad essere succube del suo tempo presente.



Samantha Banetta
Il progetto “Scuola Covid” si propone di indagare gli effetti sociologici della pandemia da Covid-19 su di un gruppo di studenti della scuola superiore della provincia veneziana nel periodo di transizione tra la didattica a distanza e il graduale rientro in aula in presenza.

Graziella Pagotto
Tramite il progetto complesso “Fitodepurazione” la Pagotto indaga e studia le modalità alternative di depurazione tramite le piante acquatiche. Un esempio virtuoso di depurazione che nel progetto totale vede storia , impianti ed un erbario (qui esposto parzialmente) a corredo del lavoro.



Paola Montagner
Con il progetto “My-Loc” Paola Montagner usa i mezzi di visione tramite satellite messi a disposizione da Google, per estrarne porzioni di suolo e adattarle ad una visione formale ed estetizzante. Esempio di uso delle tecniche post-fotografiche, che seppur non prodotte direttamente dall’autore, vengono manipolate e reinterpretate parlando comunque del territorio.

Fabio Morassutto
Con un estratto di due lavori differenti, studia ed interpreta i risvolti di una città che convive con l’acqua, come Venezia, estraendole dall’immaginario collettivo e fornendo delle visioni personali.

Marco Vedana
Tedesco con radici venete, nei suoi ritorni in regione, vede e rivede i luoghi montani di origine, estraendone criticità e bellezza, unendo le due visioni e creando sempre delle immagini di poetica bellezza ma anche creatrici di riflessioni.



Eliana Bozzi
Con il progetto “Derma” indaga la vita dell’isola di Pellestrina, avvicinando persone e cose. Tracciando una mappa del luogo, non nel senso ampio e letterale del termine, ma trovandone un microcosmo interno e facendo diventare tutto pelle.

Carlo Chiapponi
Con il progetto “Acque Risorgive” ci porta una visione riunita in dittici verticali, che rivelano nuove prospettive e nuove interpretazioni, nel cammino che queste acque fanno tra le sorgenti e la foce. Costrette da limiti cementizi ed infrastrutture di sfruttamento energetico. Passando dallo stato cristallino, via a via quello più torbido.

Giorgio Meneghetti
Con il progetto “Acque interne” anch’egli adopera il dittico come elemento di misurazione del tempo. Esaminando i corsi d’acqua interni della città di Padova, ne estrae il passare delle ore, assieme a tutti i riaffioramenti che mano a mano rendono questi limiti anfibi e sempre mutevoli.



Francesco Finotto
Con “Idrovore - Viaggio in bonifica” ci illustra e rappresenta i manufatti delle idrovore presenti nella Venezia Orientale, che rappresentano vita e sopravvivenza delle terre interne, strumento indispensabile alla continuità delle colture e della vita quotidiana.

Marco Fogarolo
Con “L’incompiuta” percorre il tragitto mai completato dell’idrovia Padova-Venezia, fermandosi. In luoghi dove l’incompleto è evidente e convive con il quotidiano, esempio classico di serena inquietudine.



Tutti questi progetti saranno maggiormente visibile assieme ad altri nel prossimo numero de “LSIDT” acquistabile nel sito web che porterà lo stesso nome.



Tutti i testi e le foto sono protette da copyright.
E' vietato ogni utilizzo o riproduzione anche parziale non espressamente autorizzato dall'autore.
Giovanni Cecchinato Fotografo - All rights reserved - © 2021




Lo sguardo e l'ombelico V ediz. 2021

Lo sguardo e l'ombelico V ediz. 2021

5^ edizione 2020
Tornare a ri-vedere


Centro Culturale Candiani - Mestre





“Affinché ogni modernità sia degna di diventare antichità, è necessario che la bellezza misteriosa che la vita umana vi mette involontariamente ne sia estratta”. C. Baudelaire ( da “Il pittore della vita moderna”)

Così cominciavo la presentazione della 4^ edizione della nostra manifestazione di incontri sulla fotografia, nei primi mesi del 2020.
Quello che non pensavamo accadesse, la perdita della socialità, la paralisi economica, un lockdown, è avvenuto.
Il tutto a causa di un evento pandemico di portata mondiale che tutti , purtroppo, conosciamo.
E ci siamo fermati.
In questo momento di timida ripresa, in una società in risveglio ma con molti timori e nuove problematiche sociale attive, questa manifestazione, prova a riprendere le fila del discorso iniziato nel 2020 e ci ridà una speranza di ritrovo per parlare di fotografia e della sua cultura, tema che ci è molto caro.
A quasi due anni di distanza (pochi mesi ci mancherebbero), riproviamo a ritrovarci e a dialogare con i grandi interpreti della fotografia italiana contemporanea.
Il tema degli incontri sarà collegato agli intenti della quarta edizione, dunque continuato e ripreso.
Nell'immagine di presentazione (gentilmente concessa da Anna di Prospero) ci ritroviamo tutto il senso di questo tempo.
Con gli occhi coperti e speranzosi di vedere qualsiasi forma di bellezza ci sia stata (temporaneamente) nascosta, pronti a rivedere dopo un attesa.
Poco importa che non abbiamo potuto vedere attorno a noi e godere del mondo per qualche lasso di tempo.
Adesso è il momento di riaprire lo sguardo e di nutrirci di quello che di bello e formativo la fotografia può regalarci.
Vi aspetto al Centro Culturale Candiani.

G. Cecchinato

9 Ottobre 2021 - William Guerrieri - Ore 17:30 - Corpi e macchine al lavoro - introduce Dionisio Gavagnin
16 ottobre 2021 - Gianantonio Battistella - Ore 17:30 - Il volo del falchetto - introduce Stefano Munarin
30 Ottobre 2021 - Paolo Ranzani - Ore 17:30 - Professione Fotografo - introduce Giovanni Cecchinato
13 Novembre 2021 - Anna Di Prospero - Ore 17:30 - La ricerca dell'io negli spazi che abitiamo - introduce Monica Mazzolini
20 novembre 2021 - Marco Introini - Ore 17:30 - Dal disegno alla fotografia - introduce Christian Mattarollo


Sponsor della manifestazione Photomarket Video



09/10/21 ore 17:30
William Guerrieri - Corpi e macchine al lavoro
Introduce l’incontro Dionisio Gavagnin


William Guerrieri (1952, Reggio Emilia). Vive a Modena. Fotografo e curatore è stato ideatore con Paolo Costantini e Guido Guidi del progetto d’indagine territoriale Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea con sede a Rubiera, Reggio Emilia, di cui è attualmente coordinatore.
Ha curato per Linea di Confine numerose mostre e pubblicazioni fra le quali Via Emilia. Fotografie, luoghi e non luoghi 1 e 2, (Linea di Confine 1999/2000); la mostra e la pubblicazione Luoghi come paesaggi. Fotografia e committenza pubblica in Europa negli anni Novanta, (Linea di Confune, 2000). Ha inoltre curato con T. Serena, l’indagine in progress e la collana “Linea veloce Bologna-Milano” (Linea di Confine, Rubiera, 2003/2010), con F. Fabiani la mostra al MAXXI di Roma, TAV. Bologna - Milano, 2013; con A. Frongia la mostra tenuta all’Ospitale di Rubiera e la pubblicazione Red Desert Now! L’eredità di Antonioni nella fotografia italiana contemporanea, (Linea di Confine, 2017).
Ha pubblicato i saggi Photography Observation as Awareness of Place, in Photographic observation a tool for landscape policies (Ministere de l’Ecologie, de l’Energie, du Developpement durable, 2009); Attualità del documentario in Luogo e identità nella fotografia italiana contemporanea, a cura di R. Valtorta (Einaudi, 2013); Commissionig, photograpy and the crisis of territorial political rapresentation, in European photography commissions and the landscape, a cura di F. Gierstberg (ICO-Fundation, 2019).
Come fotografo ha pubblicato le monografie Oggi nessun può dirsi neutrale (Ar/Ge Kunst Edizioni, Bolzano, 1998); Zona 16 (Open Space, Milano, 1999); Where It was (Linea di Confine, 2006); Il Villaggio (Linea di Confine, 2009), The Dairy. Images for the italian countryside (Linea di Confine/ Koenig Books, 2015), New Lands (Linea di Confine, 2017), Bodies of work (Linea di Confine, 2018).




26/10/21 ore 17:30
Gianantonio Battistella - Il volo del falchetto
Introduce l’incontro Stefano Munarin


Treviso 1957, architetto, si dedica particolarmente a ricerche e studi sulla rappresentazione dell’architettura, del paesaggio e sulla sperimentazione del linguaggio fotografico.
Docente titolare di Linguaggi e Tecnica della Fotografia al Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Multimediali dell’Università di Udine dal 1998 al 2008 e collaboratore del prof. Italo Zannier presso l’Istituto Universitario dell’Architettura di Venezia nel corso di Storia e tecnica della fotografia e presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia nel corso di Storia della fotografia dal 1983 al 1998.
Ha collaborato con il Dipartimento di Storia dell’Architettura del I.U.A.V., a numerose ricerche sulla fotografia italiana del XIX sec., fra le quali: Gli archivi fotografici come memoria dell’architettura eseguendo delle verifiche a campione delle vedute storiche definite Il processo del rifotografare; Gli archivi fotografici della Bibliotèque Nationale di Parigi e di altre biblioteche pubbliche, relativamente alla fotografia veneta del 19° sec.
Direttore Scientifico dell’Archivio Storico Fotografico della Provincia di Treviso (FAST) per il riordino dell’archiviazione e catalogazione dei materiali fotografici storici e contemporanei (2003 – 2004).
Dal 1991 al 2004 collabora con il “Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia” di Spilimbergo, prima come docente nei corsi “Cultura della Fotografia” e poi come Direttore Scientifico dei corsi F.S.E. di “Operatore culturale in fotografia e risorse elettroniche”.
Nel 2014 ha organizzato e tenuto, presso il C.R.A.F. di Spilimbergo, il corso “Progetto e Fotografia - contributo all’uso consapevole dell’immagine fotografica nella prassi professionale” per la Formazione Professionale Continua (15 cfp) dell’Ordine degli Ingegneri e Architetti della Provincia di Pordenone.
Ha portato a termine nel 2013, una lunga collaborazione con l’Archivio Storico della Procuratoria di San Marco di Venezia per la riorganizzazione del Fondo Fotografico Ongania sulla Basilica di San Marco.
Nel 2019, sempre su incarico della Procuratoria di San Marco, ha portato a termine il riordino, la digitalizzazione e restauro digitale dell’archivio fotografico storico dei restauri della Basilica di San Marco, costituito da oltre 4300 negativi in vetro databili dalla fine dell’800 ai primi decenni del ‘900.
Dal 2004 al 2006 ha collaborato con il Centro Internazionale Studi Architettura Andrea Palladio di Vicenza nell’ambito del progetto Fototeca Carlo Scarpa con la realizzazione di una campagna fotografica sulle architetture scarpiane e, successivamente, realizza nel 2013, la campagna fotografica per il volume
L’immagine del Veneto – Un progetto di documentazione delle eccellenze architettoniche della regione del Palladio – L’età romana e tardoantica.
Nel 2015 ha realizzato la rassegna Fotografia e Contemporaneità, nel programma di Friuli Venezia Giulia Fotografia 2015, in qualità di curatore della mostra e del catalogo e nel 2016-2017 cura il programma delle mostre sulla fotografia contemporanea alla Galleria SP3 di Treviso.
Ha partecipato a numerosi progetti di rilievo fotografico del territorio pubblicando i suoi lavori in numerosi libri, cataloghi e riviste, fra i quali: Enciclopedia di urbanistica, Franco Angeli, Milano 1984; Disegni e Industria della Marca (a cura di M. Brusatin) S.I.T., Treviso 1985; G. Cristinelli, Cannaregio, Officina, Roma 1987; Città murate del Veneto (a cura di S. Bortolami), Pizzi, Milano 1988; Documenti di architettura rurale della Marca Trevigiana, Acelum, Asolo 1989; Il paesaggio costruito della Valsana (a cura di M. Brusatin), Acelum, Asolo 1989; I. Zannier, Architettura e fotografia, Laterza, Bari 1991; Fotologia, Alinari, Firenze (dal 1985 al 2003); Coltelli a Maniago, un racconto per immagini, Città di Maniago, Maniago 2006; Carlo Scarpa: Atlante delle architetture, Marsilio-Regione Veneto, Venezia 2006; Il furore delle immagini, Marsilio, Venezia 2010; Storia dell'architettura nel Veneto. L’età romana e tardoantica, Marsilio-Regione Veneto, Venezia 2013.
Ha partecipato a numerose rassegne di fotografia e arte contemporanea, fra le quali: La sperimentazione fotografica in Italia 1930-80 (1983), Viaggio in Italia (1984), L’insistenza dello sguardo-Fotografie italiane 1839-1989 (1989), Archivio dello Spazio (1991-93-96), Carlo Scarpa nella fotografia (2004); Biennale di Venezia, Padiglione Italia (2011 e 2013).
Sue fotografie sono conservate in collezioni pubbliche e private, nazionali ed internazionali fra le quali: Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia (Spilimbergo, UD); Museo della Fotografia Contemporanea (Milano), Canadian Centre for Architecture (CCA), Montreal.
Nel 1993 gli viene conferito il premio Color Photography Awards al Photographic Resource Center, Boston University. Nel 1996 gli viene conferito il premio Friuli- Venezia Giulia Fotografia.
Alcune sue fotografie sono state esposte al Metropolitan Museum of Art di New York a corollario della mostra Venetian Glass by Carlo Scarpa (nov. 2013 - mar. 2014).




30/10/21 ore 17:30
Paolo Ranzani - Professione Fotografo


Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell'Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la RM Moda e design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005), “Go 4 it/ Universiadi 2007”.
Ha curato l'immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante ...
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d'Artista” a Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005), “Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Scrive di fotografia per vari magazine in collaborazione fissa per CineSudFotoMagazine “Ap/Punti di vista” e “Storie di Fotografia”




13/11/21 ore 17:30
Anna Di Prospero - Una ricerca dell’io negli spazi che abitiamo
Introduce Monica Mazzolini


Anna di Prospero nasce a Roma nel 1987.

Ha studiato fotografia presso l’Istituto Europeo di Design a Roma e presso la School of Visual Arts di New York.

La sua ricerca fotografica si caratterizza per il segno introspettivo con cui esplora la quotidianità e il rapporto tra uomo e spazio. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e Stati Uniti, tra cui Les Rencontres D’Arles, Month of Photography Los Angeles, La Triennale di Milano e il Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Tra i suoi riconoscimenti il Sony World Photography nella categoria Portraiture, il People Photographer of the Year degli International Photography Awards e il Discovery of the Year dei Lucie Awards 2011.




20/11/21 ore 17:30
Marco Introini - Dal disegno alla fotografia
Introduce Christian Mattarollo


Laureato in architettura presso il Politecnico di Milano.
Fotografo documentarista di paesaggio e architettura, è docente di Tecniche della rappresentazione dello spazio presso il Politecnico di Milano e di Fotografia dell’architettura presso la scuola di fotografia Bauer. Inserito nei venti fotografi di architettura protagonisti degli ultimi dieci anni da Letizia Gagliardi in La Misura dello Spazio (Contrasto 2010). Nel 2015 ha documentato l’architettura dal dopoguerra ad oggi in Lombardia per la Regione e MIBACT, viene invitato da OIGO (Osservatorio Internazionale sulle Grandi Opere) alla campagna fotografica sulla Calabria, The Third Island. Il progetto Milano Illuminista, viene selezionato dal Fondo Malerba per la Fotografia. Nel 2016 ha esposto Ritratti di Monumenti al Museo d’Arte Moderna MAGA; partecipa alla XXI Triennale con Warm Modernity_Indian Paradigm (curato da Maddalena d’Alfonso) che, con omonimo libro, ha vinto il RedDot Award 2016. Nel 2018 è stato impegnato nei progetti: Mantova, architetture dal XII secolo al XX secolo (Politecnico di Milano);Ormea: segni del paesaggio per il progetto Nasagonado Art Project, e con Francesco Radino Gli scali ferroviari di Milano per la Fondazione AEM. Nel 2019 è stato invitato alla residenza d’artista Bocs Art Cosenza e nello stesso anno è stato invitato ha realizzare un progetto fotografico sulle Repubbliche marinare per la biennale di Architettura di Pisa curata da Alfonso Femia.
Le sue opere sono conservate alla Fondazione MAXXI, CSAC, Museo MAGA, Fondazione AEM.





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La Serena Inquietudine del Territorio - Il progetto, il gruppo

La Serena Inquietudine del Territorio

Un idea, una rivista, un intento utile nella fotografia.




Era il 2008 quando, riflettendo sulla continua trasformazione della mia città, Mestre, mi venne in mente questo ossimoro, quello relativo ad una "serena inquietudine” del vivibile. Una sorta di maschera, che pervade il luogo che abito. Luogo, che si vorrebbe essere fatto a misura d'uomo, abitabile, ergonomico, studiato a priori. Che risulta essere invece costruito per strati, a posteriori, con vari impedimenti e poco razionale. Ma che “si vive”, nel bene e nel male. Facendo buon viso a cattivo gioco.

Ovunque guardassi, lo stato "inquieto" del costruito e dei territori periferici e centrali era evidente, ma restava "placidamente e serenamente" visibile senza remore e intenti di miglioramento da parte di chi doveva preoccuparsene; fosse esso un soggetto pubblico o quanto meno privato.



Sheila Bernard - Torbe Masiere, Sospirolo (BL)



Quell'ossimoro divenne un'idea concreta nel 2016 quando decisi di creare una pagina sul social Facebook, che riunisse “fotografi autori” che, mi auguravo, interpretassero questa visione allargando il campo a tutto il Veneto. Non pensavo davvero, in tanta partecipazione e interesse, più di un centinaio di richieste pervenute per entrare nel gruppo.

La pagina Facebook “La Serena Inquietudine del Territorio” raggruppa alla data odierna 66 fotografi e non, di varie estrazioni, che contribuiscono in maniera continuativa alla creazione di uno zoccolo duro di immagini che ci permetteranno di corredare, assieme a dei testi, una futura rivista.



Arcangelo Piai - Conegliano (TV)


A fine anno, saremo in gruppo a raccontare il lavoro che si sta progettando in questi mesi, cercheremo di portare una riflessione sui nostri luoghi, della nostra regione che "inquietamente" continuano a sopravvivere sotto una sorta di "serena" superficiale normalità, all’interno di questa probabile rivista, auto-pubblicata, ma che sarà disponibile al pubblico.

La progettualità che accomuna tutti quanti noi spero che ci permetterà di esaminare, analiticamente in alcuni, emotivamente in altri, i luoghi che abitiamo e così questa “visione collettiva” (speriamo ancora) diventi uno strumento per tentare di evidenziare le zone d’ombra o i luoghi che ci fanno pensare, senza tendere alla spettacolarizzazione di qualcosa, ma invece semplicemente esporre, più fedelmente possibile, per essere di aiuto, per stimolare un miglioramento.

Mi auguro che questo "Nr. 0" sia il capostipite e che diventi uno strumento utile a “guardare con più interesse e partecipazione” i luoghi della regione che abitiamo e altresì ringrazio Alessandro Angeli che mi coadiuva in quest'avventura e tutti gli autori che mi accompagnano in maniera così partecipe.



Edoardo Cuzzolin - Monselice (PD)




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AAngeli_3.jpgGRado_3.jpgGMeneghetti_4.jpgSBonaldo_3.jpgMVedana.jpgMMarotto_3.jpgTGarbasso_4.jpgFMorassutto_4.jpgCPiccoli_1.jpgCChiapponi_3.jpgABarbini_1.jpgGPagotto2.jpgSPellizzer_2.jpgALovison.jpgCChiapponi_.jpgFFinotto.jpgGABattistella.jpgSBanetta_3.jpgTGarbasso_5.jpgPPozzobon_01.jpgSBattaglia_01.jpgAAngeli_02.jpgSBattaglia_02.jpg

Les Rencontres d'Arles 2019

Les Rencontres d'Arles 2019
50^ anni di successi del festival di fotografia più conosciuto in Europa



Quando Lucien Clergue (morto nel 2014) invitò nel 1974 Ansel Adams a questa piccola manifestazione fotografica, non poteva prevedere il successo a catena che si sarebbe creato. Insieme a Michel Tournier (morto nel 2016) e Jean-Maurice Rouquette, che ci ha lasciato quest’anno, formarono un gruppo capace di convergere l’attenzione mondiale dell’attività fotografica verso questa piccola città camarguese famosa precedentemente solo per il soggiorno del pittore Vincent Van Gogh.

Questo cinquantenario segna un momento di riflessione, svolta ed innovazione in questa rassegna. Lo stuolo di curatori di altissimo livello e l’organizzazione competente al massimo nel campo fotografico ha voluto rompere dei cliché ed avviarsi verso una rassegna i cui i nomi conosciuti mondialmente fossero assenti, ma altrettanti artisti di talento indiscusso e sicuramente di riferimento per il domani fossero invece i protagonisti.

Quando ho guardato per la prima volta il programma, confesso di non aver riconosciuto nessuno degli autori che venivano presentati. Con un po di sospetto ho cominciato ad avviarmi presso le esposizioni nei posti principali di centro città.
Posso assicurarvi , che subito dopo, una specie di sottile euforia ha preso il sopravvento e la voglia di esplorare tutti i restanti spazi mi ha assalito.

Spiccano tra tutte le mostre di Evangelia Kranioti “The living, the dead and those at sea”, Philippe Chancel “Datazone”, Mohamed Bourissa “Free Trade”, Mario del Corto “Vegetal Umanity, as the garden unfurls”, Cristian Lutz “Eldorado” e l’installazione di The Anonymous Project “The House”.
Progetti nuovi, realmente collegati al presente, citativi, ma allo stesso tempo capaci di scatenare pensieri, dubbi sul futuro, sulla nostra esistenza attuale e sulle diverse modalità di intraprendere i nostri percorsi di vita.



Evangelia KRANIOTI, greca, filmmaker e fotografa, ha esplorato i bordi delle esistenze e dei destini individuali tra cargo, marinai e prostitute, nel carnevale di Rio de Janeiro, nel Libano, in Africa e per finire nella necropoli del Cairo, usando una fotografia staged di altissimo livello che evocava a tratti Philip Lorca di Corcia.




Philip CHANCEL, in un lavoro durato 15 anni, ha esplorato le aree più sensibili del mondo per studiare e documentare i sintomi più evidenti del nostro declino, e mostrandoci in maniera inequivocabile i segni del prossimo, possibile, disastro.




Se Chancel si muove definendo zone geografiche sensibili, Mohamed BOURISSA esplora in maniera multimediale il libero scambio di merci. Evidenziando i ricchi “compratori”, coloro che “producono merce” nelle parti povere del mondo, ed i “disoccupati”, esercito invisibile che emerge solo se si sta usando un applicazione sul proprio smartphone. La mostra è stata allestita, non a caso, all'interno del MONOPRIX, un supermercato alla periferia di Arles.






Spettacolare l’installazione del lavoro di ANONYMOUS PROJECT, che seguendo i dettami dell’era post-fotografica, recupera immagini di autori anonimi per ricreare ambienti e sensazioni della vita degli anni ’50 e ’60. Momenti in cui si pensava ad un futuro prospero e felice, non di certo distopico come quello che stiamo vivendo.



Se queste opere, perché non posso chiamarle differentemente, mi hanno affascinato e colpito, le restanti hanno comunque avviato processi di pensiero, confronto e curiosità. Il numero delle mostre è sicuramente elevato e la settimana a disposizione non ha potuto permettere di vedere tutto, ma solo la parte principale de “Les Rencontres”.

Assieme alle esposizioni principali, dopo la Stazione, nello spazio Ground Control, i premi “Louis Roeder per le gallerie emergenti” ci ha introdotto a 10 selezioni di altissimo livello con giovani e sconosciuti autori che hanno presentato progetti personali, sociali, di indagine di qualità davvero superiore. Fra tutti il lavoro di Shinji Nagabe “Banana Republic” e JJ Levine “Family”.

Una retrospettiva sui 50 anni passati del festival ha creato la giusta connessione con il presente, unica pecca che nello spazio della chiesa “des trinitaires” (ma non solo in quello) il caldo era insopportabile. Pochi condizionatori e qualche ventilatore in molti spazi hanno sacrificato le visite e nei giorni più caldi, reso la visione di alcune mostre veramente impegnativa.





Nello spazio Mistral dedicato agli editori, non di meno allestito in un piazzale assolato, la permanenza è stata impegnativa ma nonostante tutto, vista la presenza di amici, vecchi e nuovi ci siamo trattenuti li per un bel po', con piacere. Possiamo dire che siamo stati fortunati ad avere un chiosco che spillava birra fresca molto vicino. Ritengo che come servizio di emergenza avrebbe dovuto essere più diffuso, noi ne abbiamo usufruito parecchio. Sia mai, per questioni di prevenzione della salute personale.

Una applicazione da scaricare gratuitamente nel telefono ci teneva costantemente informati degli eventi, le call, le conferenze, e gli eventi serali nei vari spazi della città.
Alla fine le considerazioni finali al rientro sono state più che positive, assieme agli spazi che prevedevano un recupero di progetti fotografici del '900 come quello sulle invenzioni, a volte molto bislacche, questa nuova ventata di aria fresca (solo fotografica) ci ha rinfrancato e caricato.
Se non fosse che nell’hotel dove ho soggiornato, non andava il condizionatore per 4 notti su 5, tutto sarebbe stato da catalogare come ottimo.
Ma come si sà non tutto fila sempre liscio.
Mi accontento ben volentieri.


Qui troverete il sito ufficiale del festival



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Giovanni Cecchinato Fotografo - All rights reserved - © 2019

Università IUAV Venezia. Incontro con gli studenti

date » 08-09-2016 04:54

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Venezia
Evolutio Visio

- - -
Forse mi ripeto, ma non è mai stato facile per me esporre adeguatamente i miei concetti fotografici e parlare dei miei progetti.

Figuriamoci in un ateneo importante come l'Università IUAV di Venezia.

Forse una delle più importanti facoltà di Architettura in Italia.

Fatto sta, che una docente che ha avuto modo di vedere una delle mie esposizioni di "Evolutio Visio", mi ha invitato a discutere e a presentare il mio progetto ad uno dei corsi del primo anno di formazione.

Mi ha incuriosito, stimolato e mi è piaciuto parlare della mia fotografia e del mio modo di avviare un progetto fotografico.

Ed è stata un occasione per ribadire il ruolo importante della fotografia in questo contesto.

E' stata occasione per parlare e far conoscere il lavoro di Gabriele Basilico ad una platea di giovani che non avevano mai avuto modo di conoscerlo (per me pietra angolare della fotografia italiana).

Insomma, un grande piacere nonché onore.

Grazie di cuore alla prof. Claudia Faraone e all'amico Alessandro Angeli che si è preso la briga di fare qualche bello scatto.

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Backstage - Icone Chiesa di San Giovanni Evangelista

date » 09-09-2016 18:45

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tags » backstage, capture one, capture pilot, hasselblad, phase one, chiesa, documentazione, fotografia, kiko, arguello,

11/01/2014

Lavoro di documentazione sulle icone della chiesa di San Giovanni Evangelista a Mestre in Via Rielta. La “Corona Misterica” è composta da 13 icone ampie più di due metri l’una e cinge i lati della chiesa in tutta la sua lunghezza. Opera di straordinaria composizione e densa di significati sacri ed allegorici. Il Lavoro è stato anche banco di test della nuova feature “Capture Pilot” inclusa in Capture One 7. Mi ha permesso di verificare in acquisizione tramite un iPad corredato della App in questione le inquadrature ed i fuochi sullo schermo retina del mini iPad. Risolvendo e verificando in corso d’opera i problemi di acquisizione che si sarebbero riscontrati solo dopo in sviluppo. Strumento molto utile e direi quasi indispensabile da ora in poi. Foto di Backstage Dora Vergombello.
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