L'incontro di apertura del 2017 con il prof. Riccardo Caldura e Fulvio Bortolozzo
“Fotografia” (s.f.) Procedimento che, mediante processi chimico-fisici, permette di ottenere, servendosi di un apposito apparecchio (macchina fotografica), l’immagine di persone, oggetti, strutture, situazioni. (Cit. Voc. Treccani)
Quindi, la “fotografia” come risultato del processo, nel rivelare il suo contenuto materiale, non ha sicuramente nessun ruolo di genere.
Essa ci mostra in maniera neutra, fisica, quello che un processo meccanico ha generato.
Sia stato esso di origine chimica o digitale.
Ma nei nostri occhi che guardano quel contenuto e lo dichiarano di conseguenza “immagine”, si innesca un meccanismo, che nei i più attenti si chiama “lettura”.
Tale “lettura” può essere raffinata o superficiale, dipende dal grado di cultura del “lettore” stesso, dalla sua esperienza in merito, dalla sua sensibilità verso quell’”immagine”.
Sopratutto dall’educazione del suo sguardo.
Ma esiste un termine per cui all’interno di quella “lettura” si possa distinguere se l’autore di quell’”immagine”sia stato un uomo od una donna?
C’è chi sostiene indiscutibilmente di si, chi invece lo nega altrettanto energicamente.
Quanto può essere diversa, allora, la fotografia fatta da una donna da quella fatta da un uomo?
Esiste uno sguardo prettamente femminile ed uno maschile?
Uno più portato alla poesia , all’emozione ed uno più tecnico e neutro?
Ma alla fine, può essere utile differenziarlo o meno?
E’ un tema interessante, e ricco di risvolti che andremo a sviluppare, indagare, insieme alle fotografe ospiti e la loro esperienza diretta.
Dunque in questa edizione, tutta al femminile, ascolteremo nomi di spicco della fotografia italiana, sia professionale che artistica che ci parleranno della loro esperienza in merito e della loro visione di donne nella fotografia in questo terzo millennio.
26 gennaio 2019 - Paola De Pietri
09 febbraio 2019 - Silvia Camporesi
23 febbraio 2019 - Marina Alessi
09 marzo 2019 - Allegra Martin e Benedetta Falugi
23 marzo 2019 - Maria Vittoria Backhaus
Tutti gli incontri sono gratuiti e si terranno al Centro Culturale Candiani di Mestre con inizio alle ore 18:00.
Organizzazione e cura degli incontri è come per le edizioni passate, un mio piccolo onere ed un grande orgoglio.
1^ ed. Febbraio 2017 Incontro con Efrem Raimondi
1^ ed. Marzo 2017 incontro con Settimio Benedusi
2^ ed. Febbraio 2018 incontro con Luca Panaro
La manifestazione è patrocinata dall'Assessorato alla Cultura di Venezia e CNA Veneto.
Nel passato ciclo di incontri de "Lo Sguardo e l'Ombelico" ci siamo interrogati sulla figura del fotografo professionista, e abbiamo sentito le idee, le esperienze e le impressioni sulla fotografia odierna da parte di Efrem Raimondi, Settimio Benedusi e Massimo Siragusa. Dei professionisti di spessore nel panorama nazionale che ci hanno illustrato le sensazioni di chi la fotografia “la fà, la produce”. Abbiamo avuto modo anche di assaporare una piccola parte iniziale di iconografia artistica e non, tramite gli interventi di Fulvio Bortolozzo e Riccardo Caldura.
Dunque un percorso, un tratto di strada nel quale sentendo i resoconti di chi la fotografia “la fà, la produce”, la vive direttamente poiché lavoro quotidiano, ne abbiamo tratto molte impressioni.
Ognuno di noi ha portato a casa, una parola, un concetto, una nuova idea che nel corso di quest’anno ha permesso di maturare la visione della fotografia che aveva.
Ma se questo è un fronte su cui si combattono nuove e vecchie lotte e dilemmi, nonchè terreno di sfide continue, dettate dall’era digitale su di un altro fronte si combatte una battaglia opposta, quella di chi la fotografia “la vede, ne usufruisce, deve giudicarla” bene o male in tutti i suoi molteplici aspetti e utilizzi.
Dunque il fronte opposto è formato da esperti nel ruolo didattico o nell’ambito artistico, da organizzatori di festival o manifestazioni, da critici o bloggers o giornalisti o archivisti o selezionatori o storici. Le valorizzazioni di un insieme di professioni che non vivono sulla produzione della fotografia ma sulla sua definizione derivante dalla ricezione degli stimoli visivi che essa stessa produce; un fronte in cui, da parte di chi si mette in trincea vi è una ricerca di una definizione, dei concetti originari, della valorizzazione o dello scarto della produzione sovrabbondante e spesso caotica e non definita dei nostri giorni. Ecco la squadra dei "Magnifici 5" che ci accompagnerà nel 2018 ad esplorare nuovi territori della fotografia in questo terzo millennio. Un ringraziamento assoluto al Centro Culturale Candiani di Mestre (VE) che ospita e sovrintende la manifestazione ed ai relatori che hanno accettato il mio invito: Riccardo Caldura, Laura Manione, Luca Panaro, Michele Smargiassi, Antonello Turchetti.
A breve il calendario completo con le indicazioni per ogni singolo incontro.
STAY TUNED!!!
“State of the art” si direbbe in inglese, “lo stato dell’arte della fotografia di territorio” invece mi ha suggerito un collega fotografo, architetto, nonché autore (vista la presenza dei suoi lavori fotografici alla Biennale di Architettura di Venezia del 2014).
Così mi ha salutato ed è esordito, alla fine dell’incontro con Massimo Siragusa, tenuto ieri al Centro Culturale Candiani, mi è parso più che giusto e ho condiviso il complimento.
Un grande autore, che un nutrito gruppo di amici fotografi stava aspettando con impazienza, poiché tutti interessati alla fotografia di territorio, di architettura, di interni.
Una mole di lavoro imponente che Massimo Siragusa ci ha raggruppato in due sequenze eloquenti, una sul lavoro “Teatro d’Italia” diventato un libro nel 2012 edito da Contrasto, l’altra su “Lo Spazio Condiviso” lavoro di indagine sui circoli d’Italia, che riflette le mille anime e i mille caratteri di questi spazi di aggregazione.
Una fotografia lenta e ragionata, molto precisa e basata su inquadrature rigorose e ferree, che tradiscono la passione per la scuola di Dusseldorf e la reinterpretano in una chiave prettamente mediterranea.
Esperienza e piccoli aneddoti, in un paio di ore volate così ad ammirare una fotografia delicata e precisa che può invece mutare con progetti nuovi e più aggressivi come quello sulle periferie di Roma.
Massimo Siragusa ci ha lasciato sicuramente dei germogli che non mancheranno di fiorire, tenendo conto di alcune regole ben precise nella fotografia, (che ci hanno anche consegnato gli autori precedenti), studio, impegno, rigore di applicazione e progetto … perché la fotografia è una cosa importante.
Settimio è un fotografo molto conosciuto, e non ha bisogno di grandi presentazioni. Come per tutti gli ospiti della manifestazione “Lo Sguardo e l’Ombelico” è sufficiente dare un occhio ai loro lavori, nei loro siti, per capire la portata del loro “sguardo”.
E’ partito nella sua esposizione portando veramente poche fotografie, ma relazionandosi molto con il pubblico e sulla base di slide, con frasi di appoggio, ha tessuto un discorso di due ore catalizzando l’attenzione dei presenti e inoltrandoli sui concetti cardine della (mi si permetta il termine) “mala education” fotografica odierna.
Ci ha riassunto per macro frasi, dei temi che devono far poggiare il nostro pensiero fotografico e da li, fargli prendere dei nuovi percorsi, lasciando a casa le cattive abitudini acquisite.
Salite sulle spalle dei giganti per vedere più lontano
La fotografia è un linguaggio: raccontate storie
Realizzate qualcosa che vostra madre disprezzerebbe
Più grande è la firma sulle vostre foto più fà cagare: non mettetela
Guadagnateci qualcosa
Cercatevi un committente: vi renderà più liberi
Realizzate brutte fotografie
Potrebbero essere cose banali dette così, ma non lo sono, e tra di loro un sottile legame c'è.
Potrei anche osservare che forse queste sono le considerazioni che accomunano tanti veri fotografi, e se penso agli incontri avvenuti fino ad ora e a quelli che seguiranno, sono certo che abbiamo trovato e troveremo questi assunti anche nel pensiero degli altri ospiti della manifestazione.
Comunque, durante questa esposizione, Settimio non ha mancato di scherzare con il pubblico, provocare, e creare una sorta di satirica consapevolezza sugli atteggiamenti paradossali di gran parte dei ph. (così si definiscono) attuali, mi riferisco a coloro che amano definirsi fotografi a priori, pur essendo fotoamatori a tutti gli effetti (le parole sono importanti, diceva Moretti).
Settimio non ha mancato di rendere tutto il pubblico partecipe in un suo video pubblicato su Instagram a questo indirizzo.
Alla fine abbiamo sempre molto da imparare, tutti … e anche se l’approccio da fotografo provocatore, e dirò di più "intrattenitore" a tutti gli effetti, può "catalogarlo" facilmente, a detta di molti suoi detrattori, quando abbiamo anche mangiato qualcosa assieme, sono emerse le parti private di un Settimio fatto di sogni, idee, cultura, attenzioni, e passione per la fotografia che lo accomunano ad altri bravi Fotografi che ho conosciuto. Cose che ai "ph." mancano.
Non resta che ringraziare Settimio Benedusi per aver accettato il nostro invito, il Centro Culturale Candiani per averci ospitato e PhotoMarket Video di Mestre per averci fatto da sponsor.
Da parte di quelli che amano la fotografia (e mi pare che siamo in parecchi) ... GRAZIE!
Un escursus emotivo, dalle origini fotografiche di Efrem Raimondi fino ai giorni nostri. Un insieme di esperienze rappresentative che confermano un talento innato per la produzione di immagini evocative e molto punk. La fotografia come elemento arbitrario della visione di un autore e molto altro. Qui allego il video dell'incontro, prodotto da Francesco Brunello. Purtroppo non è visibile da cellulare ma solo dagli altri dispositivi.
Lo Sguardo e l'Ombelico - 28 gennaio 2017
Centro Culturale Candiani - Mestre Venezia
Riccardo Caldura (prof. di Fenomenologia delle Arti Contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Venezia)
Fulvio Bortolozzo (docente allo IED di Torino, fotografo e curatore della rivista/laboratorio REST)
Ogni autore citato è linkato ad una pagina di riferimento per permettere di avere informazioni aggiutive.
Il rapporto tra la fotografia e l’arte è stato il centro del discorso del prof. Riccardo Caldura (insegnante di Fenomenologia delle Arti Contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Venezia). Un escursus didattico che partendo dal lavoro di Lazlo Moholy-Nagy e dell’avanguardie Dada e Bauhaus arriva agli anni 60/70 con un altro fenomeno rilevante che è quello del New Topographics americano e degli inevitabili riversamenti negli artisti dell’europa di quegli anni e la nascita della scuola di Dusseldorf. Ci viene fatto osservare quanto il concetto alla base dell’intenzione dell’artista ed il metodo espressivo dello stesso sia preponderante rispetto alla fotografia che viene vista solo come una fredda operatrice che riporta il fatto in esame nel suo più realistico contenuto.
Nei suoi riferimenti troviamo Douglas Huebler ed Edward Rusha, che ci fà capire come il concetto prevale sull’atto fotografico . Passando alla scuola di Dusseldorf ci siamo concentrati sul concetto di griglia di Bernd ed Hilla Becher con gli allievi Andreas Gursky, Thomas Stuth e Alex Hutte.
Fatto sta che in questo primo incontro abbiamo avuto maniera di ripercorrere la fotografia del ‘900 per riappropriarci di autori che ci serviranno per capire i percorsi dei prossimi ospiti. Abbiamo fatto le dovute distinzioni tra fotografia ed Arte, o almeno abbiamo capito in che casi la fotografia lo diventa. Non mi resta che ricordarvi che il prossimo autore Efrem Raimondi sarà da noi al centro Culturale Candiani l’11 di febbraio alla 18:30.
Si ringrazia ancora il Centro Culturale Candiani ed i suoi dirigenti nonché i tecnici e lo staff per avere creduto in questa iniziativa e contribuito al successo di questo incontro insieme allo sponsor tecnico PHOTO MARKET VIDEO di Mestre.