2020 - Lo Sguardo e l'Ombelico - Quarta Edizione

Lo Sguardo e l’Ombelico 2020
Incontri con i protagonisti della fotografia nel 3° millennio
Quarta edizione
Relazioni tra fotografia ed arte
Organizzazione a cura di Giovanni Cecchinato in collaborazione con il Centro Culturale Candiani di Mestre Venezia

“Affinché ogni modernità sia degna di diventare antichità, è necessario che la bellezza misteriosa che la vita umana vi mette involontariamente ne sia estratta”.
C. Baudelaire ( da “Il pittore della vita moderna”)

Rosie de la Cruz - © Piero Gemelli

Nella Grecia di Plinio, la “tekhnè”, che comunemente viene tradotta con arte, indica più propriamente l'abilità manuale ed artigianale dell’uomo; da questo termine deriva anche la parola “tecnica”.

Quindi la descrizione riassume un intervento umano cosciente e manuale atto a trasporre in un “prodotto” un idea od un concetto o l’espressione di un fatto, di un mito, della bellezza stessa.
Consideriamo anche che solo tramite la conoscenza, la cultura, l’apprendimento, il percorso di vita dell’artista e la sua tecnica acquisita nel tempo si arriva alla produzione o alla cosiddetta nascita di un “opera d’arte”.

“Opera d’arte” che deve essere, in tutti i suoi contenuti, concetti, fisicità, matericità e criteri espositivi, come accennavo, perfetta. Non a caso, in altri campi, ad esempio quello giuridico o quello edilizio, viene usato il termine “a regola d’arte” per indicare una cosa o un azione perfetta in tutti suoi aspetti.

Anche la Fotografia, in quando branca dell’arte moderna, può dunque arrivare ad essere considerata in qualche suo aspetto luogo di produzione di opere d’arte.
Ed il ruolo del fotografo diventa dunque equiparato al ruolo di artista, di autore, anche se spesso negato “in primis” dagli stessi interpreti.

Ma quando questo accade? Come possiamo riconoscerlo? In un epoca in cui la “tekhnè” e stata demandata in toto a degli apparecchi tecnologici autonomi nelle scelte da fare, possiamo ancora riconoscere l’ ”opera” in se? Od il ruolo dell’artista/fotografo? Ma quando tutto diventa una vendita commerciale? Qual è dunque l’impegno che il fotografo immette nella produzione di opere? Qual’ è il concetto insito? Qual’è il percorso di vita e di studio fatto, invece? La reale differenza nella sua produzione?

Sono solite questioni alle quali faremo sempre fatica a rispondere in maniera esaustiva, ma vale la pena riproporle ed ascoltare le esperienze dei relatori di quest’anno e confrontarle con chi li ha preceduti. Sempre per via del fatto che è meglio avere uno “sguardo” rivolto alla conoscenza ed all’approfondimento, rispetto che al nostro, ormai conosciuto, “ombelico”.

Houston 12 © Olivo Barbieri

18 Gennaio 2020 - ore 17:30 - Olivo Barbieri - La trasformazione dei paesaggi urbani in opera d'arte.
01 Febbraio 2020 - ore 17:30 - Piero Gemelli - 20 anni di Vogue, la fotografia, la scultura e le parole.
15 Febbraio 2020 - ore 18:00 - Steve Bisson - L’editoria, i libri, ed il ruolo della didattica nella produzione di un fotografo.
29 Febbraio 2020 - ore 17:30 - Maurizio Rebuzzini - La fotografia italiana passato e presente attraverso l'esperienza di un giornalista.
14 Marzo 2020 - ore 17:30 - William Guerrieri - Fotografia della tecnica come biopolitica.

Ingegnere al computer (Ditta Fast, Scandiano, RE) 2019 © William Guerrieri

Tutti gli incontri si terranno al Centro Culturale Candiani di Mestre e inizieranno alle ore 17:30 ad esclusione del 15 febbraio che inizierà alle ore 18:00 e sono gratuiti (entrata libera)

Qui i video dei relatori delle edizioni precedenti

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